giovedì, luglio 20, 2006

Pier Paolo Pasolini fra Mazzola, Rivera e Rombo di tuono


Giulia Crivelli sull'inserto Nova del Sole 24Ore propone oggi ai lettori una riflessione di Pier Paolo Pasolini - che pubblico in parte - sul gioco del calcio. Lo scritto è apparso per la prima volta sul quotidiano Il Giorno del 3 gennaio 1971. Questa interpretazione dello scrittore e poeta friulano potrebbe essere applicata - modulandola a dovere - ad altre discipline come il ciclismo che si presta ad affascinanti interpretazioni. (l'immagine pubblicata è la copertina di del libro di Valerio Piccioni edito da Limina dedicato proprio a Pier Paolo Pasolini "calciatore")

"Il football è un sistema di segni, cioè un linguaggio. Esso ha tutte le caratteristiche fondamentali del linguaggio per eccellenza, quello che noi ci poniamo subito come termine di confronto, ossia il linguaggio scritto-parlato. (...)

Le "parole calcistiche" sono potenzialmente infinite, perché infinite sono le possibilità di di combinazione dei "podemi" (ossia, in pratica, dei passaggi del pallone tra giocatore e giocatore(...): la sintassi si esprime nella "partita", che è un vero e proprio discorso drammatico. I cifratori di questo linguaggio sono i giocatori, noi, sugli spalti, siamo i decifratori: in comune dunque possediamo un codice. Chi con conosce il codice del calcio non capisce il significato delle sue parole (i passaggi), nè il senso del suo discorso (un insieme di passaggi). (...)

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