venerdì, luglio 28, 2006

NON CI RESTA CHE LEGGERE



Non ci resta che leggere, dopo tutto ciò che è accaduto al Tour de France di quest'anno, prima, durante e dopo.
Nella foto di Limina la copertina del libro scritto da Maurizio Ruggeri, fresco fresco in libreria. Un suggerimento per le vostre vacanze.
Non ci resta quindi che leggere le imprese di Felice Gimondi nel suo strepitoso Tour del 1965 e il resto della carrellata di campioni e protagonisti della corsa gialla. Almeno, fino al prossimo Tour, sperando sia migliore.


LA FRANCIA SPENDE 18 MILIONI PER LA LOTTA AL DOPING

Il vincitore del Tour Flyod Landis è risultato positivo alTour de France. Vedremo come andrà a finire... Ivan Basso aveva la possibilità di fare la magica doppietta Giro e Tour e invece è rimasto al palo, invischiato nella vicenda che ruota attornoal ginecologo francese Fuentes. Vedremo come andrà a finire, per ora varesino è solo una sospensione.
Non parliamo nemmeno di Ulrich ex Telekom, licenziato in tronco dalla sua squadra. Contro di lui sembra esserci prove pesante come macigni. Anche lo spagnolo Roberto Heras, vincitore delle ultime quattro Vuelta, è stato privato del successo del 2005, a causa del doping.

Se non è proprio il peggiore, forse questo è uno degli anni più tremendi per il ciclismo. Il peggio forse si registrò quando scoppiò lo scandalo Festina e poi, successivamente, il dramma Pantani con il suo tristissimo epilogo.

Almeno, oggi si sta cercando di fare qualche, un'opera di pulizia che però non sembra scalfire un sistema che ha tarli, necrosi dappertutto, come ha scritto allarmatissima quest'oggi la
Gazzetta dello Sport.

Di fronte a tutto ciò, c'è chi immagina anche un doping legale, come scrive Aldo Grasso sul Corriere: "Il doping come male necessario: gli impegni del ciclismo moderno sono così numerosi e così massacranti che è 'naturalmente' impossibile ottenere risultati dirilievo senza aiuti 'esterni'. E allora le strade non possono essere che due: o si liberalizza ildoping in nome del professionismo e della prestazione ( senza tante ipocrisie magari cercando di aiutare gli atleti a non suicidarsi) oppure si torna a calendari più umani, a impegni che preservino il fisico dell'atleta e non lo costringano a imbottirsi di testosterone".

Aggiungiamo che questa lotta al doping ha un costo economico e sociale molto alto se pensiamo che il laboratorio francese di Chatenay- Malabry (quello che avrebbe beccato Landis con le mani nella martellata) usa gran parte dei 18 milioni del budget francese per la lottaantidoping nell'individuazione di nuove sostanze che migliorano illecitamente le prestazioni degli atleti.

Ma tutto questo denaro non potrebbe essere utilizzato diversamente? Magari per comprare qualche medicina per chi ne ha bisogno veramente?


DISNEY LANDIS STORY

E' SPARITO IL BLOG DI FLOYD LANDIS http://floydlandis.com/blog/

giovedì, luglio 27, 2006

QUATTROMILA CHILOMETRI IN BICICLETTA PER FARE VOLARE LA COLOMBA

Sarà incoscienza, senso di sfida, oppure, persino, fede. Fatto sta che domani dodici ciclisti della domenica partiranno dalla Brianza diretti in Terra Santa: ripercorreranno le rotte dei pellegrini medievali, alla riscoperta della fede, quella antica dei padri della Chiesa. Pedaleranno ogni giorno verso terre martoriate dai missili e dall'odio. Temono in particolare l'attraversamento della Siria, e in quel tratto del viaggio allungheranno il passo, almeno 140 chilometri senza fermarsi anziché il centinaio previsto dalla media giornaliera.
Pedalare e pregare, incuranti delle nubi di guerra, dei potenziali agguati , ma forse più sicuri in sella alla loro bicicletta e con la libertà di tornarsene a casa quando vorranno quando le situazioni di pericolo si faranno più insidiose. Quando andare avanti sarà un azzardo troppo grosso, sarà un niente fare dietro front.

Dodici eroi o avventurosi - vedete voi - partiranno quindi domani mattina dal Lago di Como, Lurago d'Erba, destinazione la Terra Santa. Dodici (come gli apostoli) ciclisti della domenica: 10 uomini e 2 donne assistiti da due pulmini al seguito con vettovaglie ed altri generi di conforto (niente doping, al massimo qualche baretta energetica e panini). Percorreranno 140 chilometri al giorno. Il traguardo è posto a Gerusalemme, non prima di aver attraversato l'Italia da nord a sud fino a Brindisi, lungo l'antica via di Sigerico, la Turchia sulla via di Tarso, ripercorrendo così le strade battute da San Paolo. Infine la via di Damasco, per giungere attraverso Siria e Giordania fino a Gerusalemme.

L'arrivo in Terra Santa è previsto il 27 di agosto, lì ci saranno i francescani della Custodia della Terra Santa e dove è prevista anche una visita alla fabbrica costruita dalla Compagnia delle Opere dove operai palestinesi ed israeliani insieme costruiscono una bicicletta dal nome profetico, specialmente in questi giorni: The Dove, la Colomba.

L'organizzatore del viaggio è Enrico Anzani, falegname, classe 1939, che dal 2000 si è imbarcato in una serie di ciclo-pellegrinaggi che lo hanno portato a visitare alcuni dei luoghi più significativi della fede cristiana. Ora vuole portare un messaggio di pace e anche di solidarietà concreta, attraverso gli aiuti economici raccolti per il Centro scolastico Effetà Paolo VI di Betlemme specializzato nella rieducazione audiofonetica dei bambini sordi e l'Holy Family Center dell'Opera Don Guanella, a Nazareth, specializzata nell'assistenza ad anziani e disabili psico-fisici. Hanno collaborato all'impresa anche quelli di Overland, specializzati nei viaggi d'avventura che hanno studiato il percorso del ciclopellegrinaggio.

Approfondimenti sul sito della diocesi di Milano. http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=499772

martedì, luglio 25, 2006

Girardendo e Sante Pollastro al Meeting di Rimini


Marco Ventura ha scritto un libro lungo, sicuramente interessante. E' un mistero il fatto che lo ha portato a scrivere di questa storia. Marco Ventura è un giornalista apprezzato che ha seguito come inviato speciale del Giornale i più importanti fatti di cronaca italiana e internazionale, collaborando anche con Mediaset, Epoca e Radio Radicale.
Inviato di guerra nel Golfo e nella ex Jugoslavia, ha viaggiato a lungo come giornalista e fotografo anche in America, Africa, Medio e Vicino Oriente, India ed Europa dell’Est. Tra le sue pubblicazioni, Jugoslavia, il nuovo Medioevo (con Gigi Riva, Mursia, 1992), La guerra dei dieci anni (il Saggiatore, 2001) e Così nasce un papà (Bompiani, 2005).

Il libro in questione si chiama La vera storia di Costante Girardengo e Sante Pollastro, e dell'autore ho un ricordo molto personale.

Una bella manciata di anni fa, andai al Meeting di Rimini, in qualità di collaboratore esterno, già lavoravo per la testata diretta da Indro Montanelli, in uno status tra semi professionale, ovvero pagato a pezzo (per i pezzi che riuscivo a mandare), e volontario, perché spinto a Rimini anche da interesse e curiosità personale, che si traduceva - in pratica - nel pagarsi il biglietto, il vitto e l'alloggio. Il prezzo della gavetta...

L'inviato speciale era lui, Marco Ventura, il giornalista vero, quello mandato dalla redazione di via Gaetano Negri a sfaldare la cronaca, in mezzo ai dibattiti politici, alla comparsate degli onorevoli e ai lunghi convegni. Io ero il gregario, portavo solo un bicchiere d'acqua al Giornale, spero sia risultata pura e gradita.

Riuscii se ricordo bene, a scrivere un paio di articoli su eventi di tipo culturale. Per il resto feci la vita di tutti i comuni visitatori della kermesse riminese: gelati, incontri, passeggiate, visite alle mostre, con qualche visita alla mitica sala stampa della manifestazione. Mitica perché si poteva incontrare e con grande facilità un Testori, un Cardinalone, un artista, o un politico di passaggio. Scrittori, poeti, giornalisti, artisti.
Quando andai in sala stampa, il giorno della pubblicazione del mio articolo, incontrai Marco Ventura. Non ci conoscevamo di persona, pur lavorando per lo stesso giornale. Mi colpì molto perché mi recitò l'attacco del mio pezzo, che suonava più o meno così: "C'è unMeeting nel Meeting". Segno che aveva apprezzato. Segno anche avevo colpito la questione. Marco un poco mi invidiava. Lui era obbligato a seguire gli interventi dei politici, le loro veline. Io, al Meeting, mi stavo divertendomi e seguivo ciò che volevo.

Marco che da allora non ho più rivisto, sarà presente al Meeting di quest'anno dove presenterà la sua ultima fatica editoriale "Il campione e il bandito. La vera storia di Costante Girardengo e Sante Pollastro". L'appuntamento è per il 24 agosto , ore 11.15 sala C.

Marco è stato attratto - misteriosamente - da questa storia di un'amicizia che affonda le sue radici nell’Italia degli anni venti, quella della povertà, della fame vera, dei contadini e dei fuorilegge. Quando il Giro d’Italia teneva col fiato sospeso. Due ragazzini di provincia come tanti: Costante Girardengo e Sante Pollastro vivono sui pedali. Girardengo in sella alla sua bici pedala e vince, all’inizio per un piatto di minestra, poi per uno stipendio «da prefetto», e si conquista in pochi anni il titolo di campionissimo. Su due ruote Sante ruba e spara, toglie ai ricchi, dà ai poveri, centra i lampioni per farsi il buio alle spalle.
Arrivederci a Rimini

lunedì, luglio 24, 2006

UN AMERICANO A PARIGI


Foto scattata da Rui Pereira e gentilmente concessa
Altre immagini sul Flick.com
http://www.flickr.com/photos/stoppinglight/sets/72157594209331922/

Il blog della maglia gialla 2006