venerdì, dicembre 01, 2006

Giornata nazionale della colletta alimentare. Riflessioni

Chi ha partecipato al gesto della Colletta alimentare ne ha ricavato qualcosa. Si può credere alle ragioni ideali che muovono questa iniziativa oppure no. Ma il dato oggettivo rimane. E' quello. Qualcosa di buono per sè e gli altri. E in tanti ci stanno, al gesto.
Io ho aderito a questa iniziativa partecipando alla raccolta fatta al centro commerciale Il Vulcano a Sesto San Giovanni.
  • Dal punto di vista organizzativo non è stato gran che. Dovevamo stare fuori dal punto di vendita, sotto la pioggia, praticamente; infilati in improbabili interstizi dove si faceva fatica a capire da dove entrasse la gente.
A me mi hanno sistemato assieme ad altri vicino all'uscita di un parcheggio da dove non usciva praticamente nessuno. Il solito sfigato. Così dopo aver parlato con la guardia del supermercato che era sensibile alla bontà dell'iniziativa ma doveva rispettare le consegne della proprietà, io e un tizio che faceva anche lui la raccolta, ci siamo spostati da un'altra parte dell'ipermercato che è a più piani e dalla forma strana, se non hai una cartina o qualcosa come google-maps ti perdi.
  • Sono sceso nell'unico posto all'interno dove si poteva stare e dove si confezionavano i pacchi da inviare successivamente ai punti raccolta. Mi sentivo un po' inutile e, inoltre, avevo paura di uscire perché soffro moltissimo l'umidità. E siccome non sono un eroe, uno dei miei amici mi ha tirato fuori dalla situazione infilandomi una pettorina gialla e dicendomi, gira per il supermercato, e fai l'uomo sandwich! Dentro, al caldo.

    Così ho fatto. La gente che aveva fatto la spesa per i poveri mi guardava e mi diceva "posso dare a lei il sacchetto?" Una signora in particolare mi stava dando il sacchetto e continuava a ripetermi "Ma posso fidarmi di lei? Siamo sicuri che porta giù il sacchetto?" Fra l'imbarazzato e l'incredulo alla fine ho preso il sacchetto, alla fine la signora si è convinto, forse solo guardandomi in faccia. Non è che la mia faccia fosse poi proprio tanto convincente, ma è la mia che cosa posso farci?

  • Morale: fatelo anche voi il prossimo anno il gesto della raccolta per il Banco Alimentare. Ne vale la pena. Anche se non vi sentite degli eroi.


    Sperando di fare cosa gradita e utile riporto sotto il giudizio della giornata scritto dal settimanale Tempi, mi sembra interessante.

Anche quest'anno la gente è solidale, ma un po' meno del solito. Chissà com'è


di Tempi

Ancora una volta gli italiani hanno detto il loro "crepi l'avarizia" e fatto la spesa nei supermercati per i loro concittadini più bisognosi. Bisognerebbe aggiungere: nonostante l'accidioso governo Prodi e la sottesa sua ideologia dell'invidia classista? Chissà.

In effetti, per la prima volta dopo dieci anni, gli esiti della decima edizione della Giornata nazionale della colletta alimentare non sono stati proprio così eccelsi. Duecento tonnellate di derrate alimentari in più rispetto all'anno precedente. Un incremento "solo" dell'1 per cento. Ma insomma, anche se non è stata un'annata record (si pensi che l'edizione 2005 registrò un incremento del 17 per cento rispetto all'anno precedente), la colletta si conferma la tipica espressione di un popolo libero e solidale. Si chiama "carità". E politicamente parlando "sussidiarietà".
Un fenomeno di grande ricaduta anche economica e sociale. Che dovrebbe far riflettere. Specialmente un esecutivo che si autorappresenta come difensore dei poveri e che in nome dei poveri diffonde la "superiore" civiltà del sospetto, dello Stato e della legge, nei confronti della fiducia nella libera iniziativa delle persone.

Ultima nota in margine: benché secondo le ultime rilevazioni Istat (ottobre 2006) i poveri in Italia rappresentino più del 13 per cento della popolazione, da quando Berlusconi è all'opposizione non c'è più alcuna "emergenza povertà". Un anno fa i giornali scrivevano che in Italia le famiglie non arrivavano alla fine del mese e non riuscivano a comprare il latte per i loro bambini. Oggi, nonostante i giornali siano tutti contro Prodi, dobbiamo ammettere che i miracoli esistono. In effetti, come strilla l'ultima copertina dell'Espresso, adesso "gli italiani sono i più ricchi d'Europa".

giovedì, novembre 30, 2006

Indiani e cowboy

Voglio giocare agli indiani.
Non ai cowboy!

In ufficio 1

Nel nostro ufficio abbiamo un frigor. Dal frigor usciva puzza.
C'era un pezzo di agnello. Scaduto. Da otto giorni.

Nova Milanese e dintorni 4

Mia moglie non sa che scrivo su questo blog.
Deve preoccuparsi?

martedì, novembre 28, 2006

Nova Milanese e dintorni 3

  • Un lettore ha scritto a Tempi sulla nota vicenda di ciò che è successo in una scuola superiore di Nova Milanese. L'argomento mi interessa per vari motivi. Primo, perché ho una moglie insegnante, secondo perché collaboro a Tempi. Terzo perché mi è piaciuta la risposta del direttore, Luigi Amicone. Quarto, perché la risposta di Amicone assomiglia più o meno a quello che ho detto in privato a mia moglie, prima di leggere il giornale stampato.

  • "Ogni volta che gli addetti ai lavori analizzano problemi che riguardano i ragazzi sono tutti d'accordo sul definire ciò che è diseducativo, sbagliato, dannoso o pericoloso. Dopo di che si vengono a formare istantaneamente due correnti di pensiero, la prima che propone di proibire, la seconda che sostiene che la proibizione incuriosisce e peggiora la situazione. Per carità, sono stato anch'io un ragazzino e so bene cosa sia il sapore del proibito, ma so anche che, per me, aggirare certe proibizioni era troppo complicato e rinunciavo.

    • Ora a tutti coloro che sostengono che proibire sia negativo vorrei fare una proposta paradossale, anzi provocatoria, ma che dovrebbe indurli a riflettere: lasciare libero il sesso.

      • Provate a immaginarvi cosa succederebbe nelle scuole, quindi chiedetevi se le proibizioni sono così distruttive per le menti dei ragazzi o se altresì sono la base di una formazione che permette loro di separare il bene dal male. Il permissivismo è senz'altro il metodo educativo meno faticoso ma forse sarebbe bene che i genitori, mamme-merendina in primis, cominciassero a rimboccarsi le maniche.

        • Non si possono educare i figli con la cultura dei diritti, con la cultura dell'autogestione minorile dell'etica tralasciando doveri e proibizioni.

Lei ha così ragione che, a rigor di logica corrente, non capisco lo scandalo per un caso come quello della scuola di Nova Milanese. Il preside di quella media inferiore ha detto che «è inconcepibile una cosa del genere in una scuola dove viene impartita una educazione alla sessualità non separata dall'affettività». Separazione? In che senso? Pare che i ragazzini volessero molto bene alla loro professoressa.

Nova Milanese e dintorni 2

Io guardo la televisione.
Devo preoccuparmi?

Nova Milanese e dintorni

Pensieri improvvisi
  • Mia moglie è insegnante.
  • Devo preoccuparmi?