lunedì, maggio 28, 2007

Basso-Castelnuovo, sfida in provincia: quando a vincere era il piastrellista

Ciclismo
Pubblicato su Dieci

Poteva essere una grande sfida, alla Coppi e Bartali, per intenderci. O, meglio, alla Moser e Saronni, per stare in proporzioni più accettabili. E invece, il destino ha voluto diversamente. Ora che la storia di Ivan Basso si sta tingendo di toni cupi, preludio al declino agonistico, malgrado continui a essere ancora, fra mille imbarazzi, il testimonial della Provincia per i Mondiali di Varese 2008, i ricordi e le voci in provincia iniziano a correre. Una di queste rimbalza fra le bocche degli appassionati che ricordano di quando, più di dieci anni fa, c’erano due ragazzini classe ’77, che imperversavano nelle gare ciclistiche del varesotto. Le due promesse del ciclismo italico si chiamavano Ivan Basso e Marco Castelnuovo, e quest’ultimo spesso e volentieri batteva il primo.

I due, dal punto di vista atletico, non si somigliavano affatto ma erano fatti per incontrarsi spesso e lanciarsi delle sfide. Chi ricorda di averlo visto correre nelle categorie giovanili ha impresso nella sua memoria un Basso che pedalava come un diesel, “era una specie di trattore”, mentre Marco Castelnuovo aveva dalla sua anche lo spunto. Dotato di classe sopraffina, Castelnuovo era solito vincere la gara inaugurale della stagione, la più ambita. Ma non passò mai professionista. Di lui si sa che ora fa il piastrellista e la bicicletta l’ha appesa al chiodo abbastanza presto perché non ha voluto cedere a certi compromessi che fra le voci raccolte in provincia, si sa, rimandano immediatamente al ricorso al doping, fin da piccoli.

Una grande vittoria la conquistò nella Varese-Angera, la Sanremo degli allievi. Notevole anche il primo posto nel Trofeo Città di Gallarate del ’93 (in maglia Uboldese). Nel ’92 (allievo) e nel ’94 (juniores), Castelnuovo s’aggiudica la Rogorella d’oro, una sorta di Oscar del pedale provinciale. Dei due il migliore a inizio carriera è stato Marco, mentre Ivan si doveva accontentare di stargli ad un palmer, spesso battuto quando arrivava il momento di buttarsi sulla linea del traguardo, magari con il colpo di reni risolutore.

La svolta arriva nel 1995. Ivan stacca tutti nella gara d’apertura infliggendo 1 minuto e 50 secondi al secondo. Da allora le vittorie sono pesanti. Per lui si aprono le porte della nazionale e inizia a correre all’estero. E Castelnuovo? A fine luglio a Boladello viene infilato in volata da Basso. Poi si riprende la rivincita a Casale Litta e a Olgiate Olona dove conquista la vittoria con una lunga fuga. Quando i due enfants terribles del ciclismo lombardo passano fra i dilettanti, la forbice si allarga a favore dell’ex vincitore del Giro 2006. Castelnuovo praticamente scompare, eppure da ragazzo era fortissimo. Fa ancora bene il 1998, due vittorie al Giro del Lago Maggiore e a Oggiono. E’ nella Caldirola, una delle squadre dilettantistiche più forti sulla piazza. Poi, di lui, si perdono le tracce. Solo i suoi amici sanno che è stato un campione. Per questo, ora, fa il piastrellista.


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