venerdì, maggio 11, 2007

Gianni Mura, macché giallo, il caso Basso è un poliziesco



Gianni Mura, inviato di Repubblica, e grande penna del giornalismo sportivo ha da poco mandato in libreria il suo primo romanzo per i tipi della Feltrinelli che si intitola "Giallo su Giallo". In margine ad una presentazione gli ho chiesto un paio di battute sul caso Basso che occupa le pagine dei giornali in questi giorni.

Il caso Basso è un giallo?
“E' un poliziesco. Potrebbe essere un giallo nel senso che i veri nomi restano coperti: sono quelli dei medici. Poiché sembra impossibile convincere i corridori, basterebbe vietare l'accesso ai medici "bombardieri" che ci sono in Italia".

Fra gli addetti ai lavori, i nomi si conoscono...

“Però mancano le prove. E continuano ad esercitare. Secondo me Basso ha detto di più, rispetto a quello che è trapelato nella conferenza stampa un po' penosa che si è avuta al Michelangelo a Milano. Penso che al procuratore Torri abbia fatto qualche nome, altrimenti non mi spiegherei la fretta con cui il presidente del Coni, Giovanni Petrucci, lo abbia proposto come ambasciatore del ciclismo pulito. Basso ha paura delle reazioni del gruppo, e comunque pagherà per quanto ha detto, se un giorno riuscirà a risalire in sella”.

Basso è solo ora, un po' come Pantani.
“E' meno solo perché ha una moglie e due figlie e questo cambia molto la situazione.
La famiglia può aiutarlo ad essere meno solo. Ma in gruppo sarà solo”.

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