venerdì, novembre 23, 2007

Ciclisti, nani e ballerini: la folle vita dei pistards


Il più canterino? Danilo Napolitano. Il più ballerino? Danilo Napolitano. Insomma, giù dalla bici, a fianco alla pista prefabbricata montata in un padiglione della nuova Fiera di Milano in occasione dell'ultima edizione del Salone della bici, il velocista passista della Lampre dimostra di essere un tipo intraprendente. E curioso. Lancia occhiate a destra e a manca. Che cosa starà cercando?
(foto di Claudio Olivares)



Voci e suoni dallo zériba, che è quel recinto aperto all'interno delle elisse dei pistard dove il pubblico può sfiorare i corridori. E solo questo, per il popolo dei cicloappassionati è un miracolo, obbligati a inselvatichirsi davanti alla tv, o assistere dal vivo ad uno sprint, emozionante fin che vuoi, ma che si brucia in un nanosecondo. No, in pista è tutto un altro spettacolo. Intanto puoi rompere le scatole al russo Popovich, un Eddy Merckx mancato, che ti può accompagnare nei pressi dei polpacci di Paolo Bettini per scattare la foto accanto al tuo beniamino. Nel calcio, scene del genere le puoi sognare solo di notte.



Nello zériba, più che alla critical mass (riunione di ciclisti urbani politicamente impegnati), si bada alle miss. Graziose e svolazzanti. A "caccia" ci vanno i corridori, quando nella corsa dell'americana, provano a guadagnare il giro sugli avversari, ma anche le fanciulle, come cacciatrici, certo non scherzano.



Il più goloso? Filippo Pozzato, che giù dal sellino degusta torte di frutta a go gò. Il più allegro? Alessandro Ballan, il trionfatore a sorpresa del Giro delle Fiandre 2007. Il più fotografato dai bambini? Paolo Bettini. Insomma, ciascuno ha il suo motivo di frequentare lo zériba. C'è il reporter navigato, specializzato di ciclismo, che si ostina a rovinare le suole delle scarpe, e come un cane da trifola è eternamente in fregola di trovare uno scoop. Son già trent'anni che batte il marciapiede, chissà che cosa avrà scoperto... Poi arriva l'ex, è il turno Bugno. Getta uno sguardo sicuro ed ad ampio raggio sull'area dello zèriba, come di uno che conosce l'ambiente; poi parla concitato con un organizzatori, stringe la mano ad un paio tifosi. Sorride, finge spesso di riconoscerli. Poi sparisce. E' un ex, appunto.


Sulla pista, pendenza in curva al 50 per cento, le acrobazie dei pistard, la puzza di benzina nella gara dietro le moto, le accelerazioni violente di Marco Villa (in coppia con Bettini), l'apoteosi dell'americana, come un gran finale scoppiettante di fuoco d'artificio. La vittoria, per un punto al campione del mondo, dopo una sera ad inseguire. Il punto che fa la differenza.
Post scriptum: a Milano è tornata la voglia di Sei Giorni, nel 1999 l'ultima edizione. Sul filo dell'entusiasmo, se ne farà qualcosa?

(Angelo De Lorenzi)

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