venerdì, marzo 09, 2007

Leggeremo gli scritti di Renato Farina su Dieci?

Oggi sul numero di Panorama che ha subito una rivisitazione, si parla di Dieci, il nuovo quotidiano sportivo che uscirà domani nelle edicole. Il direttore Ivan Zazzaroni rivela, fra l'altro, che vorrebbe avere fra i suoi, anche Renato Farina che di recente ha consegnato la tessera di giornalista professionista all'Ordine dei Giornalisti.

Aggregato al Giro d'Italia, nella carovana, per esempio, potrebbe raccontarci, da par suo, la corsa ciclistica. Un po' come fece Pratolini. Lasciati i panni del giornalista, Farina potrebbe indossare quelle dello scrittore a tutto tondo. Perché no?

Chiedere a Zazzaroni.

martedì, marzo 06, 2007

BAGGIO, FORZA DIECI

Roberto Baggio è tornato, almeno sul web. Dal 16 febbraio ha rilanciato il suo blog assieme a Vittorio Petrone. Il ricordo del codino è ancora vivo come attesta, fra l'altro, la quantità di commenti lasciati in queste settimane sul suo sito.

Baggio è stato forse l'ultimo 10 "la cui unica colpa - come scritto nella scheda di presentazione della sua autobiografia pubblicata da Limina - è l'arte inimitabile, incompatibile con un calcio ormai dominato dai kapò degli schemi".

Dieci come il nuovo quotidiano, diretto da Ivan Zazzaroni, che uscirà sabato 10 marzo nelle edicole italiane. Proprio Zazzaroni ha firmato l'autobiografia sull'ex giocatore e, insieme a Pier Bergonzi e Davide Cassani, è l'autore di "Pantani, un eroe tragico".

In rete il libro "Una porta nel cielo" (oltre 150.000 copie vendute)

L'Italia del tartan a Birmingham

Campionati europei indoor, Gran Bretagna. Birmingham. Una pista cortissima, un'elisse; più che un'elisse un catino colorato. Tartan blu. Per le gare più corte (i 60 metri) e quelle più lunghe (3000), correre su una pista così corta, è quasi una costrizione, qualcosa di innaturale. Il giro di pista è la metà, il 50 per cento di quei 400 metri all'aria aperta, in curva la sterzata è micidiale. Zampettare per 3 chilometri: c'è da ubriacarsi. Nei 60 metri non si fa tempo a partire e si è già arrivati. Poi trovi un materassone, per fermarti, sorta di paracadute artificiale.

Birmingham, torna l'Italia. Quell'Italia data per cenerentola.Come per incanto è risorta. Nomi pressoché sconosciuti conquistano le cronache dei giornali, non solo quelli sportivi. Cosimo Caliandro, va a conquistare una medaglia d'oro nei 3000 metri. Conosciuto? Fra gli addetti ai lavori. Eppure la sua vittoria è netta, squillante. Resa facile, si faper dire, solo da una partenza al rallentatore che ha resola gara molto tattica. Ma lui, Caliandro, finanziere, pugliese (di lui si sa che si è sposato giovane perché dalle loro partisi usa così), non ha sbagliato una mossa. E' rimasto in scia, nelle prime parti del gruppo, senza farsi stringere e buttarsi fuori. Ha lottato, mettendoci il mestiere giusto del mezzofondista che quando serve sa usare i gomiti. Poi, negli ultimi metri, ha sfoderato la sua arma, un cambiamento di ritmo potente, una volatona che in parte ha richiamato gli ultimi metri che ci regalava Cova. Gli avversari, con le gambe in croce.

Una farfalla di 120 chili
Un altro oro è arrivato da Assunta Legnante, più nota rispetto al mezzofondista pugliese. Un donnone di 29 anni, che ha una potenza esplosiva quando lancia il peso. Fino ad oggi tanta gavetta, una vita da mediano, insomma. Persino un po' di sfiga. Il Coni nel 2004 le ha negato la partecipazione alle Olimpiadi perché ha un glaucoma all'occhio sinistro. Sotto sforzo potrebbe perdere la cornea. Ma domenica ha vinto nettamente, con i suoi 120 chilogrammi portati saltellando nel giro d'onore con la leggiadria di una farfalla. Il resto, è una faccia da scugnizza che con quel viso un po' così ha dovuto all'allenarsi agli esordi dietro al cimitero di Framaggiore. Di nascosto, perché forse un po' si vergognava a farsi vedere in giro.

46 chili per corrrere veloce
La vittoria ha anche un'altro viso, questo più affilato, di Silvia Weissteiner, medaglia di bronzo nei 3000. Una piuma di donnina, 46 chilogrammi che la Legnante potrebbe scaraventarea terra senza sforzo e pietà. Da piccola non andava granché. Ma è cocciuta e a furia di insistere è diventata brava, tanto almeno da vincere una medaglia di bronzo a Birmingham. Per completezza di esposizione bisogna poi ricordare ilbronzo di Maurizio Bobbato negli 800 e l'argento di Antonietta Di Martino nel salto in alto. La saltatrice non ricorda per niente Sara Simeoni ma è ormai sulle sue misure. La si attende spiccare il volo decisa per avere un'altra Sara.

Infine, dolce fondo, Andrew Howe, lui sì del campione ha già avuto la consacrazione. Con la sua classe è destinato amigliorare e fare incetta di medaglie. E a battere record. Attendiamo con fiducia il futuro.

FRANCO ARESE: BENE, BRAVO, SETTE PIU'
Come è nata questa rinascita. Una risposta (convincente) ce la offre Franco Arese, ex atleta, grande mezzofondista che al Corriere della Sera ha ricordato che " L'atletica è uno sport che non si improvvisa, si costruisce giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, delusione dopo delusione. L'atletica è forzainteriore e il nostro compito è trovare ragazzi che ne abbiano,motivarli, accompagnarli nella loro crescita agonistica. Sono sempre più convinto che tutto nasca dalla base, dalle società, dai tecnici che sputano sangue".

Si poteva trovare una sintesi migliore di questa per descrivere l'atletica?

lunedì, marzo 05, 2007

Dopo Sanremo c'è la "Milano-Sanremo"


su Sport7, qui, il calendario delle prossime gare di ciclismo professionistico. (Nella foto la partenza della Milano-Sanremo dello scorso anno)